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Corso Milano 27
28100 Novara
La prima idea di costruire una chiesa nella zona del Cascinone risale al 1957 ed è documentata dal secondo numero della "Nuova Campana di Sant'Agabio":
l 'iniziativa era frutto d i uno studio attento condotto dal parroco monsignor Eugenio Lupo circa la possibilità di uno sviluppo edilizio di notevoli dimensioni nell’'area più periferica della parrocchia, nota come Cascinone.
Venerdì 29 gennaio 1965, sempre sulla "campana", appariva un altro articolo intitolato: Cascinone, quasi un paese. dove Giovanni Baraggioli descriveva un paese della Bassa novarese, con il suo campanile, le scuole, le cascine, la gente laboriosa, con le sue abitudini e tradizioni religiose, introducendo poi una constatazione: anche il Cascinone ha queste caratteristiche di paese, a cui manca però un elemento essenziale: la chiesa.
Effettivamente esisteva un locale al numero 64 di corso Milano, che fungeva da chiesa dal 1957: era tenuto i n ordine dalla gente della zona, la domenica vi si celebrava la messa. Ma lo spazio era così poco che i fedeli erano pigiati all' inverosimile e spesso erano costretti a rimanere anche all'esterno. Di qui la domanda rivolta dall'articolista all'allora parroco monsignor Eugenio Lupo se si potesse sperare nella costruzione di una nuova chiesa.
Monsignor Lupo rispondeva invitando ad affidarsi alla Madonna di Lourdes affinché aprisse la strada alla soluzione del problema della chiesa del Cascinone. Il giorno della memoria della Beata Vergine di Lourdes il parroco dava notizia che un 'ora prima della supplica era giunta la concessione di un prestito e che si potevano avviare le pratiche, cercare l 'impresa e chiedere i preventivi.
Una volta preparato il progetto, esso fu esposto nella chiesetta perché la gente potesse vederlo e fare le sue osservazioni : su cinque pannelli veniva presentata la pianta centrale della nuova chiesa, con il tetto e la cupola, la facciata, il fianco e l 'interno. Il giorno seguente l'esposizione dei pannelli gli uomini e i giovani furono invitati a una riunione per esprimere il proprio parere.
Si decise d i istituire un comitato diviso in due settori : onorario, del quale avrebbero fatto parte tutti i capifamiglia della zona; ed effettivo, composto da dieci persone. In seguito si propose di includere nel comitato attivo anche qualche donna, in rappresentanza di quella parte femminile che dopo le prime riunioni si era così espressa: «Se fossimo state invitate noi, invece che gli uomini, a quest'ora la chiesa era bell'e fatta».
Sorsero le prime difficoltà. Il Cascinone era una zona definita semintensiva, cioè una zona in cui le costruzioni avrebbero dovuto sottostare a determinate regole: distanze, rapporto superficie-volume.
Il problema stava nel fatto che il terreno su cui doveva sorgere la chiesa non era sufficiente e le distanze dalla proprietà situata a ovest e dalla strada non erano rispettate. Il problema venne risolto con l 'acquisto di nuovo terreno. La chiesa avrebbe avuto la facciata rivolta a sud , parallelamente a corso MiIano.
La posa della prima pietra. inizialmente prevista per il 31 maggio in concomitanza con la chiusura del mese mariano. si tenne sabato 12 giugno 1965. La popolazione si recò in processione con la statua della Madonna dalla chiesa parrocchiale alla via Cervina . dove sarebbe sorto il santuario. Il vicario generale monsignor Vittorio Piola, Presidente dell'Oftal, benedisse il terreno e la prima pietra, dando poi lettura della pergamena che sarebbe stata murata.
C'erano scritte queste parole:
Nell'anno del Signore millenovecentosessantacinque
al dodicesimo giorno di giugno
di Rosari e di canti festante
la Parrocchia di Sant'Agabio in Novara
spiritualmente unita a Sua Santità Paolo VI
a Sua Eccellenza il Vescovo Placido Maria Cambiaghi
offre al Signore per le mani della Madonna di Lourdes
questa chiesa ove il popolo di Dio trovi la tenda d i salute , la casa di amore , il soggiorno di pace .
Nella vigilia serena del Cielo "Signore. ascolta le preghiere del tuo popolo e fa che tutti coloro che entrano in questa chiesa ottengano le grazie che chiedono”.
Monsignor Piola concluse impartendo la benedizione e ricordando il doloroso sacrificio del progettista del santuario, che era rimasto vedovo.
Nel mese di gennaio 1966. dopo un iter che lo stesso parroco definiva una vera odissea, i lavori erano finalmente iniziati .
La chiesa era stata progettata dal geometra Francioli, coll'approvazione dell'architetto Ceresa e venne realizzata dal l 'impresa S.l.C.E.
Il 31 maggio 1966 si tenne la conclusione del mese mariano in una cornice davvero suggestiva: dopo la fiaccolata dalla chiesa parrocchiale a via Cervina il parroco celebrò la messa fra le mura del Santuario, ripulito e decorato di fiori per l'occasione.
Il cielo faceva da volta alla chiesa ancora senza tetto. Il parroco espresse il desiderio di collocare il tabernacolo fra le braccia della statua della Madonna.
Per quanto riguarda il finanziamento dell'opera furono previste diverse iniziative: la prima fu una raccolta di offerte tramite una busta distribuita a tulle le famiglie.
Successivamente, per pagare l'opera muraria, il cui preventivo ammontava a sei milioni di lire, si decise di lanciare un prestito fra le famiglie di Sant'Agabio e le ditte. Al tasso del 6% e alla scadenza massima di restituzione di tre anni.
Nel mese di settembre 1966 la copertura a volta era realizzata e si sperava d i benedire la chiesa per la fine di novembre, perché fosse pronta per la festa dell'Immacolata.
L' 11 febbraio 1967 i l vescovo benedisse la nuova chiesa e vi celebrò la messa e il lunedì successivo iniziarono i lavori di pavimentazione in marmo eseguiti dalla ditta Lombi . Furono poi collocali il tabernacolo, l 'immagine della Madonna, di Gesù e di santa Bernardetta, opere in rame del signor Barberi di Castelletto Ticino.
La costruzione del santuario si è rivelata provvidenziale a causa della notevole espansione del quartiere. La zona del vecchio Cascinone è stata inglobata dalle nuove costruzioni, sono sorte le nuove vie con gli insediamenti popolari e le scuole. La chiesa è diventata così un punto di incontro e di riferimento per la gente della zona.
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