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L'oratorio prende il nome dalla roggia omonima che gli scorre a fianco, un tempo a cielo aperto e ora intubata. È detto anche di San Giovanni Evangelista o della Madonna della Neve. Situato in via della Riotta, è quanto rimane di una costruzione di dimensioni più ampie, ridimensionata al momento dell'allargamento della via. La chiesetta era annessa a un'abitazione ora demolita.
Le prime notizie su quest'oratorio si trovano nella visita pastorale di monsignor Carlo Bascapè (1595), che ne parla dicendo che è posto nei pressi della via pubblica che conduce a Galliate. In passato di modeste dimensioni, era stato ampliato con le elemosine e le offerte dei fedeli che da alcuni anni accorrevano sul luogo con grande devozione.
Il motivo di tanto interesse per la piccola chiesetta campestre nasceva dal fatto che su una parete interna era dipinta un'immagine di san Giovanni Evangelista, il quale avrebbe compiuto dei miracoli. In mancanza di prove il vescovo non aveva confermato nulla e il flusso dei pellegrini, che inizialmente era notevole, era poco alla volta diminuito.
Vi si celebravano più messe al giorno. Sopra la mensa c'era un'immagine della Madonna che allatta Gesù, e al suo fianco quell'immagine di san Giovanni che era diventata famosa per i presunti miracoli. Le pareti del piccolo oratorio erano cariche di ex voto offerti dai fedeli.
Nel 1618, quando ci fu la visita del cardinal Taverna, nell' oratorio si celebrava solo ogni tanto per devozione. I Paramenti e le suppellettili venivano conservati in una cassa ed era desiderio del curato trasferire il tutto in casa parrocchiale per evitare le incursioni dei ladri. Nel 1658 intorno all'immagine della Madonna si notava una cornice di gesso lavorato. Era anche stato eretto il campanile con una campana.
Nel Settecento l'oratorio fu dotato di un portico che sovrastava anche l'antistante via della Riotta. Negli anni 60 di questo secolo l'antica immagine della Madonna fu sostituita con un dipinto moderno. Attualmente si celebra la messa solo il 5 agosto e durante il mese di maggio un gruppo di preghiera vi si raduna per la recita del Rosario. È qui custodita la statua di san Pantaleone, patrono di Limbadi, giunta nella parrocchia al seguito della numerosa comunità che dalla Calabria si è trasferita a Novara.
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